Egli condivise questa sua idea con fra Slavko Barbarić. Fra Slavko diede il suo sostegno a quell'idea iniziando a organizzare e dirigere il Festival fino alla sua morte, avvenuta il 24 novembre 2000. Dopo lunghi colloqui e con molta buona volontà, la prima edizione di questo Incontro si tenne con successo. Le catechesi per i giovani erano tenute dai francescani dell'Erzegovina. I momenti di preghiera si svolgevano all'interno di un grande tendone verde o anche al fresco degli alberi nei pressi della chiesa di Medjugorje, come pure sulla Collina delle apparizioni o sul Križevac, mentre le molte ore di adorazione serale si svolgevano in chiesa. I canti erano diretti da un giovane sacerdote irlandese dotato di molto talento, Liam Lotan. Al termine del primo festival, si decise di continuare ad organizzarne altre edizioni. Si giunse così al II Incontro di preghiera dei Giovani, che risultò più ricco di contenuti e organizzato in modo migliore.
La fama del Festival si diffuse come quella di Medjugorje. Questo evento per giovani ha posto in rilievo la forza dell'invito alla pace, fino a dove esso possa giungere e come le persone lo accolgano con entusiasmo. Ma il Festival ha altresì evidenziato che i giovani si rendono conto che non si tratta di un invito ad una pace a buon mercato, ma a quella che Dio dà a tutti coloro che si convertono a lui con tutto il cuore. Quella esperienza ha avuto una risonanza la cui eco, aiutata dai mezzi di comunicazione sociale, si sente ancora oggi.
Molti, proprio dopo aver fatto quest'esperienza a Medjugorje, hanno deciso di seguire Cristo più da vicino, scegliendo una vocazione sacerdotale o religiosa. Oltre alle confessioni, proprio le vocazioni religiose sono uno dei frutti più belli di Medjugorje. I giovani amano le sfide e la chiamata di Cristo è appunto una sfida, è un invito ad una sequela radicale.